Il significato dell’ansia

Il significato dell’ansia

Il significato dell’ansia viene spesso frainteso e questo accade perché si ritiene che questa emozione abbia una finalità esterna, rivolta al fuori. Si pensa infatti che l’ansia debba servire a superare delle sfide, delle prove, aumentando la performance nell’affrontarle. Sulla base di questo assunto l’ansia viene squalificata come irrazionale e patologica nel momento in cui arriva a ostacolare la persona, impedendole quella riuscita sul piano esterno che si pensa debba favorire. Secondo questa visione dell’esperienza interiore l’ansia perde di significato diventando inutile e insensata se non è più funzionale a un fuori, a una riuscita sul piano esterno. Questo modo di intendere le emozioni non stupisce visto che comunemente si ritiene del tutto irrilevante la dimensione interiore, il rapporto che l’individuo ha con la sua interiorità e dunque si fatica a comprendere che un’emozione come l’ansia è finalizzata a far crescere e a far maturare il rapporto che l’individuo ha con se stesso, consentendogli di recuperare quel riferimento interiore che ha perso come guida della sua esistenza essendosi sempre affidato passivamente a dei modelli esterni. L’ansia è finalizzata a recuperare il rapporto con la propria dimensione interiore, viene proprio a segnalare che ci si sta muovendo in assenza di una unità con se stessi ma aderendo in modo passivo a dei modi esterni di pensare.

La persona fatica a cogliere questi significati dell’ansia perché crede che tutto debba vivere in funzione di un fuori, dello sguardo dell’altro invece che essere finalizzato al rapporto con se stessi, alle trasformazioni che è fondamentale che si  compiano dentro di sé. In questo modo continua a dare la priorità a ciò che accade esternamente e non a quello che può prendere forma interiormente, come se questo fosse del tutto secondario, come se dentro non ci fossero delle trasformazioni importanti da realizzare per portare a vero compimento la propria esistenza. Tutto sembra ruotare solo intorno al piano esterno e questo atteggiamento non è privo di conseguenze perchè provoca un distacco dal proprio mondo interiore che perde la sua centralità e la guida della propria esistenza. Se tutto rimane ancorato al piano esterno i movimenti che si compiono in questo piano non risultano sorretti dalla propria interiorità ma poggiano passivamente sull’esterno, seguendone la direttiva e la scia. La persona invece  di fondare il senso di se stessa e della sua esistenza sul suo sentire, affidandosi ad esso e dunque dirigendosi dall’interno, insegue delle idee comuni facendosi guidare dall’esterno. La persona mette in primo piano il consenso dell’altro, la riuscita ai suoi occhi, credendo che questo equivalga alla sua crescita, al suo bene, mentre in questo modo non fa che opporsi alla sua vera crescita, alla sua autonomia, perché diventa sempre più dipendente dal giudizio esterno.  Si irrigidisce sempre di più nel dover essere in un certo modo, nell’aderire a determinati standard che corrispondono a delle idee esterne, lontane dal suo mondo interiore.

L’interiorità sa bene cos’è la crescita e la realizzazione e dunque non tiene in piedi questa illusoria idea di sviluppo personale ma la mette in discussione attraverso dei sintomi che vogliono far comprendere alla persona la fragilità e la dipendenza che in questa spinta ad adeguarsi a dei modelli esterni sta alimentando dentro di sè. In questa spinta al fuori c’è una profonda disunione da se stessi e dunque una notevole fragilità e l’ansia vuole segnalare questa condizione affinchè la persona possa ritrovare quel riferimento interiore che le è essenziale. L’ansia è un segnale che vuole riportarla ad aderire a se stessa perché solo così potrà alimentare la forza che nasce dall’essere in contatto con la propria interiorità, dal muoversi uniti  a ciò che si ha dentro di sé. Fino a quando ci si muove slegati da se stessi, appoggiati al consenso esterno invece che sorretti dalla propria interiorità non  può esserci un senso di solidità interna e i sintomi come l’ansia fanno percepire la cedevolezza del terreno su cui si è appoggiati perché è privo di un radicamento interiore. La persona di fronte a queste emozioni crede di dover riuscire a dimostrare qualcosa all’esterno, si sprona a vincere l’ansia come se in quello consistesse la sua crescita. E’ fondamentale invece che sappia rispettare e ascoltare che cosa le sta dicendo questa emozione, comprendendo che è fondamentale che ristabilisca il legame con la sua dimensione interiore compiendo in primo luogo un movimento verso l’interno per riavvicinarsi a se stessa.

Tutto sembra dire che l’unica cosa importante per la propria crescita è il rapporto con il fuori, ma c’è qualcosa di più avveduto e lungimirante dentro di noi che sa perfettamente che la base per qualsiasi sviluppo autonomo  è lo stabilirsi di un legame con se stessi, senza il quale si è destinati a procedere nella propria esistenza in modo dipendente dai modi comuni di pensare e privi di una guida propria. La crescita avviene in primo luogo nel piano interiore e per questo motivo l’ansia in alcuni momenti può arrivare a bloccare il movimento esterno affinchè la persona possa compiere quelle trasformazioni interiori che le consentiranno poi di muoversi in modo più autonomo e corrispondente a se stessa.  Avere la guida del proprio cammino, dirigerlo da dentro, facendo maturare le proprie scelte dall’interno invece di continuare a inseguire passivamente delle idee comuni è una conquista fondamentale e l’ansia è proprio finalizzata a favorire questa maturazione psicologica.  Ha dunque un senso  e significato profondo anche quando sembra ostacolare la persona perché la sta richiamando a realizzare la sua vera crescita che si verifica in primo luogo dentro di sé, riallacciando il legame con se stessa, prendendo consapevolezza di tutte le modalità con cui ha perso il contatto con il suo mondo interiore per aderire all’esterno.

La persona ha bisogno di prendere consapevolezza di quanto si è sbilanciata fuori di sé alla ricerca del consenso esterno, perdendo la centralità del proprio sentire e di se stessa, ostacolando il suo vero sviluppo invece che favorirlo. Si ignora l’importanza del far crescere qualcosa di legato a sé, di farlo maturare dall’interno e dunque si fatica a comprendere che l’ansia è indirizzata in primo luogo a far compiere dei passaggi maturativi essenziali per la persona all’interno del rapporto con se stessa.  La persona è convinta di sapere cosa significa crescere e realizzarsi e vive l’ansia come qualcosa di inutile, che la sta penalizzando nel suo sviluppo, sempre identificato con la riuscita esterna. Solo se saprà ascoltare le ragioni del proprio dentro, senza presumere di sapere già cosa è il proprio bene, potrà comprendere che l’interiorità sta favorendo al massimo la sua realizzazione proprio nel momento in cui la impegna nel rapporto con se stessa. La persona ha bisogno di compiere dei movimenti nel piano interiore, nella maturazione del legame con sé e l’ansia la vuole aiutare in questa direzione. Va dunque saputa ascoltare e comprendere nei suoi significati originari…

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